giovedì 31 luglio 2008

Ricordi veneziani

Una delle cose che mi sono ripromessa quando ho creato questo blog è il fatto di farlo diventare il mio diario virtuale dove potermi rifugiare quando là fuori qualcosa non va oppure momentaneamente non ho voglia di affrontarla.
Ecco che allora entra in gioco la mia cronica malinconia-nostalgia.
Lui mi ricorda un periodo molto bello della mia adolescenza, pomeriggi passati sul divano della casa di Venezia della mia amica Giò, la mia "borghesona aristocratica un pò snobbish" come usavo definirla. E' tutt'ora impresso nella mia memoria.
http://www.slide.com/r/wVyC-C556z92tpOTIwDcDUTxalV7Kffa?previous_view=lt_embedded_url

mercoledì 30 luglio 2008

Fiducia

La politica degli affari e delle speculazioni è finita.
La gente chiede fiducia.
Non possiamo più deludere le richieste degli elettori, non possiamo più fare impunemente affari sulla cosa pubblica.
La gente chiede fiducia, chiede il rispetto delle istituzioni, è il momento di girare pagina.
La politica degli affari e delle speculazioni è finita.
Se oggi non veniamo incontro ai nostri elettori domani si rivolgeranno a qualcun'altro, qualcuno che, pur non avendo nessuna credibilità politica, morale o economica godrà comunque di più credo di noi.
Se non veniamo incontro oggi alle richieste del Paese non potremo farlo mai più.
La politica degli affari e delle speculazioni è finita.
La gente chiede fiducia.
Vendiamogliela.



ROKKO SMITHERSON - Poesia de Kipli

domenica 27 luglio 2008

Ma come mi conciavo?

Cosa mi ricorda questa video, se così lo si può definire...
Ricordo solo che era la sigla finale di un programma di musica condotto da Maurizio Seymandi (OT: ma che fine ha fatto? Si è candidato alle elezioni anche lui? Oddio, non avrò mica fatto una gaffe e magari è pure deceduto? mah...) che andava in onda il sabato pomeriggio quando ero piccola e di cui non mi ricordo assolutamente il titolo. Mi mettevo lì, vicino allo stipite della porta per sfruttare al massimo la lunghezza del soggiorno, nella sua stessa posizione di partenza e la imitavo, cercando di farfugliare alla meno peggio le parole della canzone, vestita e ingioiellata come lei.
Ricordo con tenerezza che usavo il costume di carnevale tutto pizzi e merletti per assomigliarle il più possibile ;-)
Meno male che nessuno della famiglia mi ha mai sgamato altrimenti sai che vergogna?
Che bei ricordi....e ammazza quanto tempo è passato!

venerdì 25 luglio 2008

Lapo c'è, sono i suoi neuroni che purtroppo latitano...

Se ne sentiva la mancanza ed ecco che il buon Lapo non ci delude e fa l'ennesima "cazzata" della sua luminosa esistenza.
"La Marea è della Fiat. La Fiat è mia quindi la guido io!"
Ottimo. Questo è ammirevole da parte tua, caro il mio esimio Lapo Lapo. Denota senso di responsabilità.
Quindi per la legge dei grandi numeri la prossima volta che a mio padre si rompe la macchina, rigorosamente Fiat perché è un nazionalista convinto, gli confermo che il meccanico lo paghi tu.

Brothers & Sisters

Era da parecchio tempo che un telefilm non mi appassionava e mi coinvolgeva così tanto. L'ultimo in ordine di tempo è stato "ALIAS". Ora è arrivato sui nostri schermi "BROTHERS & SISTERS", non a caso creato dallo stesso staff e con alcuni interpreti già visti proprio in "ALIAS", come il diabolico Arvin Sloane. Calista Flockhart è stata una piacevole scoperta, devo ammetterlo. Io non sapevo manco chi fosse Ally McBeal...
Trovo molto convincente il suo ruolo di giornalista di fede repubblicana, mi ha fatto venir voglia di documentarmi meglio sulla politica americana.
Eppoi c'è Sally Field, semplicemente perfetta nel suo ruolo di matriarca, altro che Stephanie Forrester!
Mi piace. Bello, bello, bello. Me lo sto proprio gustando, in questa insolita estate.


giovedì 24 luglio 2008

Slang bolognese

Il corso on-line ad uso e consumo di chiunque voglia restare lessicalmente giovane e bolognese ;-)

Bagaglio (anche "zavaglio"): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di un cabina telefonica.

Batedo: letteralmente equivalente alla locuzione "una grande quantità di". Il termine, pur nella sua sinteticità estrema, esprime con disarmante successo l'immagine onomatopeica del tamburellare incessante di qualcosa che si abbatte senza concedere tregua alcuna. "Ho preso un batedo d'acqua!" esclamerà correttamente l'ignaro cicloturista appena rincasato fradicio dopo l'ennesima bizza meteorologica di queste mezze stagioni ritornate prepotentemente di moda.

Bazza: intrallazzo, conoscenza tattica. Generalmente volta all'ingresso in disco senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto di un acquisto (per esempio del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae).

Bona lè: basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "Bona lè! Riga (vedi)! Non ne voglio più mezza (vedi)!" affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" (vedi tomella) ad opera del maldestro maraglio (vedi) di turno. Vedi anche: "riga".

Bulbo: capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "Con questo vento hai un bulbo che non si affronta (vedi)!"

Càrtola: tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile. Come comprensibile, tale attributo non è collegabile in alcun modo al PEx.

Cassa: o meglio "essere in cassa". Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "Mi sono preso una cassa pesissima!" esclamerà il morigerato fanciullo la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.

Ciocàta: rimprovero, cazziatone. Più correttamente "cioccàta", in cui la doppia "c" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta pronuncia felsinea. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha "sgamato" mentre copiava la soluzione del problema di Analisi 2 dalla fotocopia ridotta e filigranata del "Matricioni - Forti".

Dare la molla: mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accompagnarsi. Alla domanda "Dove l'hai messa la morosa?" il giovane bolognese che vorrà distinguersi per eleganza e modernità risponderà convenientemente "Cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato (vedi) i maroni!".

Della serie...: incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente giovane ed efficace.

Essere di un'altra (o di prima, o di primissima): sottointeso "categoria". Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti. (Locuzione contraria: "essere di ultima").

Fanga: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: "Ho comprato delle fanghe in centro che sono di un'altra" .

Fare il proprio numero (non...): locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età e che lo accompagna nel corso della sua esistenza; pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente, fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: "Non farai mica di nuovo il tuo numero?!"

Gaggia: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famosi citiamo Celìne Dion e Michael Schumacher.

Gebbo (o geppo): scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative come nei seguenti esempi: "gebbo di ultima", "gebbo da fuoco".

Impalugare: allappare, invischiare. Tipico verbo da usare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiate, senza bere. Il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino Porretta" o il non meno temibile "buondì classico" (privo dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido amalgamante.

Intappo: abbigliamento particolare, look. Utilizzato in modo particolarmente efficace per riferirsi a travestimenti o agghindature finalizzate alla partecipazione a feste a tema (intappo anni '70). L'arrivo di un amico dotato di zampa di elefante e stivaletto in pelle con cerniera laterale verrà convenientemente salutato con un efficacissimo: "Meeerda, che intappo! Sei troppo di un'altra!".

Intortare (da cui il sostantivo "intorto"): circuire, ammansire con discorsi possibilmente lunghi e fastidiosi a fini persuasivi. La pratica dell'intorto è tipicamente attuata dal giovane di tendenza che, sfoggiando camicia "di primissima" ed il dodicesimo calice di frizzantino al dehor del Rosarosae, dà prova di prorompente logorrea alla fanciulla trampolata di turno al fine palese di ottenere favori di natura sessuale.

Lesso: tipo scarsamente sveglio. "Lui lì è un lesso!" esclamerà la sagace fanciulla bolognese additando il giovane di passaggio il quale, la sera precedente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e sandali con tacco vertiginoso, non ha compreso le malcelate intenzioni sessuali della focosa compagna.

Maraglio: aggettivo sostantivato utilizzato per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone. Il giovane della Bologna bene affermerà "che gran maraglio!" indicando platealmente il possessore della Renault 5 turbo con ruote iperlarghe e adesivi sul genere "Turbo", "Rabbit", "O'neill".

Non c'è pezza: locuzione ermetica che affonda le radici ai tempi di vacche magre in cui le pezze potevano sancire la salvezza di un capo di abbigliamento ormai logoro. Quando "non c'è pezza" significa che non vi modo di recuperare lo strappo e, per traslato, sottolinea l'ineluttabilità di un evento senza che si possa fare niente per evitarlo o per negarlo. "Devo mettermi a dieta, non c'è pezza!" esclamerà, non senza una nota di tristezza, il giovane imbolsito da vagonate di tigelle e crescentine.

Non si affronta: locuzione atta ad indicare situazioni o immagini al limite della gestibilità o comunque sgradevoli a qualunque dei cinque sensi (vedi esempio precedente: "Hai ragione, non ti si affronta!", risponderà l'amico).

Non volerne (più) mezza: essere saturo di una cosa al punto di non volerne nemmeno più sentire parlare. Appare evidente il superiore impatto emozionale della locuzione felsinea al confronto del ben più prolisso ed inefficace corrispondente italiano. Vedi anche "scendere la catena".

Paglia: sigaretta. Tipica l'espressione del galantuomo bolognese il quale, dopo avere sorseggiato il quinto "mohito", si rivolge elegantemente al tavolo accanto al proprio biascicando: "Oh, raga, avete una paglia?".

Panno: coperta (del letto). Viene chiamato a gran voce dal galantuomo bolognese al sopraggiungere dei primi freddi apostrofando così la signora: "Oh, Cesira, tira fuori il panno!".

Pezza: sostantivo derivato dal verbo "impezzare" ossia usare la dialettica per chiudere all'angolo un altro individuo contro la sua volontà, il quale, dopo alcune orette sbotterà "cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! cioé, non ti si affronta più: bona lè!". Vedi anche "tomella".

Pilla (o fresca): soldi, denaro. Sostantivo generalmente utilizzato per sottolineare le capacità economiche famigliari che permettono al vitellone di sfilare di fronte al "Calice" sull'ultima spider in compagnia della gnocca di turno "Meeerda, che ferro! Lui lì ha della gran pilla!"

Polleggiarsi: riposarsi, stare calmi. Viene utilizzata spesso la forma imperativa del verbo in tono intimidatorio per raffreddare i bollori del maraglio di turno che spinge per non fare la coda all'ingresso della disco: "Oh, polleggiati subito!"

Riga: basta, finito. La citazione della linea che determina la fine dell'elenco degli addendi nella somma del verduraio, definisce per traslato la fine di ogni attività. Si fa seguire spesso e volentieri a "bona lè" (cfr.)

Rusco: pattume, spazzatura. "Cacciala nel rusco!" si sentirà dire il tapino giunto al passo della Raticosa con mezz'oretta di ritardo rispetto agli altri amici dotati di moto ben più moderne e prestazionali.

Sbarbina: ragazza piccola di età, non oltre i 12/13 anni, usato meno frequentemente anche riferito ai ragazzi. "Quand'ero sbarbino..."

Sborone: esibizionista, personaggio che si fa notare rumorosamente, privo del benché minimo senso di misura, tatto ed eleganza. La diffusione del malcostume nazional-popolare di stampo catodico tipico di questo periodo storico ci offre continui esempi di "sboroni" che spaziano dagli ostentatori di status simbol (auto, moto, abiti griffati, accessoristica elettronica di vario genere) accomunati dalla caratteristica di avere elevati prezzi senza possederne corrispondenti contenuti, ai più classici autocelebratori di prestazioni sportive, sessuali nonché spacciatori di falsissime amicizie altolocate.

Scendere la catena: tipica espressione che comunica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia evento al punto da non "volerne più mezza". Le due espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico che porta il giovane ingegnere alla settima ora di scritto dell'esame di stato ad affermare: "Bona lè, riga! Mi è scesa la catena: non ne voglio più mezza!". Lo stesso verrà ritrovato poche ore dopo completamente "in cassa" di fronte al pub irlandese...

Sfrombolare: gettare via, lanciare. Verbo che ben descrive gesti plateali e definitivi volti all'eliminazione fisica di qualsiasi oggetto divenuto inutile o comunque sgradito. "Soccia che stereo!" si dirà appena saggiata la potenza sonora dell'ultimissimo ritrovato acustico situato in camera dell'amico "...e che ne hai fatto di quello vecchio?" "L'ho sfrombolato giù dalla finestra!"

Sghetto (andare di): espressione volta all'identificazione di contesti fortunosi che hanno consentito il concretizzarsi di eventi altrimenti improbabili. Tipico l'incipit dello studente universitario nullafacente e vitajolo che, all'ingresso dell'aula dove si tiene l'esame di "scienza delle costruzioni", con la fiata ancora turbata dall'alcool ingerito la notte precedente esclama: "Oh raga, se passo questa mi va fatta di sghetto!"

Spanizzo: persona che si fa notare, che non si tira indietro, che osa in maniera evidente ma comunque degna di ammirazione.
L'immagine, per quanto possa sembrare somigliante ad una prima lettura superficiale, differisce sensibilmente da quella dello "sborone" (cfr.) in quanto non comprende l'accezione negativa caratteristica di quest'ultimo.

Tiro: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il portone del palazzo. Quando il gentiluomo bolognese si troverà ai piedi del
condominio dell'amata suonerà il campanello pronunciando la frase: "Ciao, sono io, mi dai il tiro?"

Tomella: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà elegantemente il PEx alla pretendente fanciulla affascinata da tanto potere e denaro. Vedi anche "pezza".

Zagnare: rompere, infastidire. Forma verbale tipicamente utilizzata nella più ampia locuzione "Zagnare i maroni" dove l'azione si eleva ad una forma catartica ed universale che colpisce inevitabilmente le parti più intime e sensibili della corporalità maschile, ultimo ed ineluttabile bersaglio delle persone più insopportabili che la vita ci para dinanzi.
MI RACCOMANDO, QUESTA ESTATE TUTTI A STUDIARE LO SLANG....BOLOGNOCCHE ESCLUSE ;-)
UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE AL MIO GURU CHE MI PORGE QUESTE PERLE DI SAGGEZZA!!

giovedì 17 luglio 2008

Ho vinto qualccheccosa? Eh si!

Eccomi qua, col mio bel premio tra le mani, pronta a ringraziare la mia cara Elle che mi ha omaggiata di cotanto onore, emozionata e allo stesso tempo ansiosa di ricicl..ehm...di consegnarlo a 7 amici bloggettari che per un verso o per l'altro si sono contraddistinti per la loro brillantezza, almeno agli occhi della sottoscritta ;-)
Iniziamo col regolamento:
1. Al ricevimento del premio, bisogna scrivere un post mostrando il premio e citare il nome di chi ti ha premiato mostrando il link del suo blog;
2. Scegli un minimo di 7 blog che credi siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibisci il loro nome e il loro link ed avvisali che hanno ottenuto il Premio “Brillante Weblog”;
3. (facoltativo) Esibire la foto o il profilo di chi ti ha premiato e di chi viene premiato nel tuo blog.
And the winners are:
1) CHISSENE e il suo meraviglioso blog Chissenefrega dovrei usare troppi aggettivi per definirlo, il mio consiglio è passare e darci un'occhiata, sono sicura che non lo abbandonerete più ;-)
2) ALESSIA e la sua Tendallegra, il suo blog è un vero ritrovo per stare in compagnia, proprio come sotto una tenda a chiaccherare e a discutere di argomenti futili e perchè no anche seri :)
3) TONI e il suo sorprendente blog Tonimunicipio ...e uso l'aggettivo "sorprendente" non a caso...
4) RANABOTTOLA e il suo Teatrino dove mi aggiorno sulle ultime tendenze tecnologiche...beh per me ci vuole poco...sono una quasi amish ;-)
5) MARICRI e il suo diario virtuale Artisticamente dove mi rifugio quando ho nostalgia di Venezia, i suoi palazzi, i suoi musei, le sue calli dove mi ritrovo sempre a casa :)
6) BDP+SELMA+PATTY ovvero le bolognocche della Rimastanza quando ho voglia di spensieratezza che solo la "mia" Bologna mi sa dare :)
7) KIKKA e il suo gossip doc Marikikka quando sento il bisogno di staccare la spina da tutto ciò che è serietà (!?!) e noia
Vedendo la mia classifica mi rendo conto di avere gusti "trasversali", alcuni blog li ho conosciuti per caso, cliccando sul link all'interno di blog che già seguivo, alcuni alleggeriscono la nostalgia per un amico di blog che ora si è ritirato a vita privata (vero D.P.?) ma ora fanno tutti parte delle mie giornate su internet!
That's all folks!
Al prossimo premio (che vedrò di distribuire a chi non l'ha avuto!)

domenica 13 luglio 2008

Se non ci fosse Stifler!

Dovevo aspettarmelo. Le feste del DJ ODIN sono destinate a sfociare nel trash :D
Credo che passerà parecchio tempo prima che possa solo pensare di ordinare una crema di asparagi o una pizza al gorgonzola o qualsiasi altro piatto che richieda l'uso di "crema" verde...
Beh, bisogna riconoscere al DJ l'originalità dell'intrattenimento: non è da tutti stuzzicare l'appetito con la versione porno di Star Trek ;-)
Tampax e Kamasutra game potrebbero contendersi al fotofinish l'ambito premio di essere il leit motiv della serata...
C'è qualcosa di struggente nel vedere il sosia di Luca e Paolo (o tutti e due...) che si adopera per trovare i nomi più adatti ai tuoi figli, che secondo la sua teoria dovresti concepire col tuo commensale!
Consigli per uscire indenni da una serata simile?
Dileguarsi col vostro blogger preferito, accompagnati dai Garbage :P

martedì 8 luglio 2008

Buon compleanno Stiffmeister!

Mi ricordo quei giorni
In cui restavamo a guardare
E ritorno ai discorsi lasciati
Perché non ho nient’altro da fare
Ed è un ritorno ai segreti
Che un ricordo per bene nasconde
Ed è un ritorno a quei giorni d’estate in
sieme
Ma mi manchi come l’aria
Ti sto cercando ancora
Mentre cammino penso a te che sei rimasto sempre nella mia testa
Mi ricordo quei giorni

Che passavano in fretta
Di quando mi regalavi quei fiori
Che crescevano all’odore di menta
E ritorno ai colori
Che il tempo ha reso diversi
Ed è un ritorno alla luna nel cielo, insieme
Ma mi manchi come l’aria
Ti st
o cercando ancora
Mentre cammino penso a te che sei rimasto sempre nella mia testa
Là ho perso la felicità
Ricordami la strada
Mentre cammino penso a te che sei rimasto il giorno della mia festa
Ci vorrebbe un pò di sole sulla mia testa
Al mio caro DJ, lo stallone che tutte le ninfomani vorrebbero...ma anche no ;-)
Auguri pirla!