lunedì 22 marzo 2010

Due o tre cose che m'hanno detto

La vita certe volte è un casino..vero? Ci si sforza a fare diverse cose ma alla fine sentiamo che quelle, alla fine della giornata, non ci riempiono il cuore di gioia...anzi...pensieri, apatia, noia, tensioni, ansia ecc. E poi, quando vediamo gli altri che stanno bene, ci chiediamo "ma come è possibile?". Allora o siamo invidiosi o chiediamo a queste persone come fanno, cercando di imitarle. Ma, ancora una volta, ci accorgiamo che non va bene...a conferma di tutto questo c'è il nostro corpo e il nostro modo di essere. Tutto ciò che siamo dentro viene rispecchiato dal nostro corpo e dalle nostre malattie. Siamo esseri complessi nel senso che dobbiamo gestire sempre 2 parti in modo equilibrato ed è difficilissimo. Da un lato la razionalità, gli schemi della vita che ci poniamo o che ci hanno posto sulla nostra strada (nel senso che abbiamo lasciato che gli altri ponessero tali limiti) e poi la creatività, il cuore, la vita e il legame con la natura...insomma, la nostra anima. Domanda: cosa stiamo facendo per la nostra anima? Al corpo ci si pensa con palestra, ecc...e alla nostra anima? Come la si tiene "in forma"? Spesso le nostre parole mettono in luce questo desiderio interiore (inconscio) di fare qualcosa per noi stessi ma la nostra razionalità, al momento più forte, non lascia spazio a tutto ciò. E cosa succede? Il corpo si ribella perché chi fa da padrone? L'ANIMA. E' lei che comanda il nostro corpo e ci da lo spirito e l'energia per andare avanti...se non l'assecondiamo ci consumiamo lentamente e ritroviamo a 40 anni vecchi, vuoti e con lo sguardo spento. Solo noi possiamo decidere cosa fare per la nostra Anima...per il nostro Spirito, Dio...chiamiamolo come vogliamo. In genere, le cose preferite sono: la creatività, i desideri che arrivano dal cuore, quelle cose che facevamo da bambini che ci hanno dato sempre tanta gioia, l'arte, la pittura, musica...proviamo a pensare a cosa nei primi anni della nostra vita ci dava forza, energia e soddisfazione. Proviamo a riprendere in "mano" quelle cose e a vedere se l'entusiasmo è lo stesso. Non dobbiamo agire come facciamo noi grandi con il pregiudizio:
Pensare ---> valutare --- fare
ma come i bambini
fai ----> valuta ----> poi pensa all'esperienza.
Quindi qual'è il primo punto? FARE...AGIRE. Fare anche le cazzate più stupide ma farle se arrivano dal nostro cuore. Non serve abbandonare quello che si sta facendo ma integrarlo con cose nuove che arrivano dal cuore...proviamo a spostare l'attenzione sul cuore....concentriamoci e in silenzio usiamo le orecchie per ascoltare il cuore che batte...e stiamo lì in silenzio per almeno 5 minuti..altrimenti usiamo gli occhi..per guardare il nostro cuore ...poi arriverà qualcosa...scriviamo subito ciò che ci è stato detto altrimenti passa....e poi agiamo...non poniamoci limiti e non facciamo che gli altri ce li pongano altrimenti la nostra vita sarà sempre quella degli altri (genitori,amici, ecc) e mai la nostra.
Per tutte le cose c'è un 2.
1 modo e un'altro modo..totale 2. In ogni aspetto della nostra vita e in ogni decisione importante (mi sposo o no) e non (italia 1 o canale 5?) possiamo scegliere tra 2 strade. Non esistono alternative. Così un giorno, una persona mi ha fatto notare "l'altra strada" per pensare...meditare...giudicare...ecc.. Da quando ho scelto quella strada tutto è cambiato incredibilmente in meglio. Tutto dipende da "un certo modo" di fare. La cosa più interessante è che non serve chiedersi "come si fa ad ottenere una data cosa vista la situazione drammatica..." ...."il come" deve essere l'ultimo dei nostri problemi....l'importante è agire in un "certo modo". Ora, ognuno ha la possibilità di scegliere, per il suo presente e futuro.
Dite che è un discorso vecchio, trito e ritrito?
Anche le gambe sono vecchie come la storia ma guarda un po'? I bambini nascono ancora con quelle se vogliono imparare a camminare...speriamo che, una volta arrivati al capolinea, si decida di cambiare qualcosa...la direzione la sappiamo...ora sta a noi. Nei momenti di sconforto si tende a citare il Signore... il Signore non c'entra...anzi, molto spesso con quelli che desiderano farla finita sembra si accanisca ancora di più a farli rimanere qui. Anche lui spera che un giorno ci si "svegli dal torpore".
Buona vita a tutti!
Grazie Oste :D

3 commenti:

Jackson Pollock ha detto...

Eh, ma adesso io son curioso di sapere chi è la "persona" che ti ha fatto scoprire l'altra strada! E' l'Oste?
In ogni caso credo tu abbia perfettamente ragione come al solito. E credo sia arrivato il momento di agire anche per me. Grazie...

TruzzoPazzo ha detto...

Purtroppo non ti fará piacere, ma Umberto Eco ha comparato il giovane Holden a Charlie Brown (hanno entrambi 60 anni)...indovina chi vince ?....ti mando l'articolo....buona lettura e buona giornata:

Umberto Eco celebra i sessant'anni dei Peanuts “Non si possono aggiornare perché sono dei classici”


FRANCO GIUBILEI -LASTAMPA-

BOLOGNA
Schulz era evidentemente più grande di Salinger. Mi ricordo che nel ‘65 collaboravo a “Linus” come Vittorini e lui mi disse “Io avvicinerei i Peanuts al Giovane Holden”. Io eccepii, e lui mi chiese “Vuoi dire che è più artista Schulz?”. Tempo fa ho scritto un pezzullo in morte di Salinger, in cui sostenevo che a leggerlo adesso è datato, per il linguaggio e per lo slang. Schulz, no. Allora il vero poeta era lui, non è stato più toccato, dato che è impossibile aggiornarlo, perché era già buono per tutti i tempi, proprio come i classici».

Parola di Umberto Eco, che condensa in una frase il concetto per cui Charlie Brown ha sì sessant’anni, ma li porta molto meglio del suo celebre coetaneo, l’ormai ex giovane Holden. Il semiologo ha parlato così nell’aula universitaria di San Giovanni in Monte a Bologna – durante l’incontro «Charlie Brown: i suoi primi 60 anni» con Annamaria Gandini, il grafico di «Linus» Salvatore Grigorietti, Fulvia Serra e la vedova del disegnatore, Jeannie Schulz -, riscattando una volta di più il fumetto dal rango di arte di serie B, ma in realtà si è ripetuto, perché gli stessi argomenti avevano ispirato la sua introduzione al libro che segnò la primissima apparizione dei «Peanuts» in Italia nel 1963.

E a chi gli fa presente la modestia di Schulz, che si presentava come un umile artigiano, il semiologo ribatte: «Quando ho scritto il mio primo romanzo, che inizia con la frase banale “Era un giorno di novembre…” in polemica con Paul Valéry, che sosteneva che non si poteva più cominciare i libri in quella maniera, ho fatto la citazione di “era una notte buia e tempestosa” di Snoopy. Ma se Schulz l’aveva scritta, è perché la storia di Valéry la conosceva anche lui. Voglio dire che era molto più colto e letterato di quanto desse a intendere».

OsteMaxx ha detto...

Meravigliosa! ;-)