Certo che i ricordi sono imprevedibili. Rimangono nascosti per anni nella memoria per poi riaffiorare improvvisamente, senza un motivo apparente.
Nei giorni scorsi mi sono ritrovata a ripensare a Goran Ivanisevich, uno dei più pazzi e sexy tennisti della storia. Ricordo che proprio nel giugno di qualche anno fa ero a Wimbledon con V. e abbiamo saltato furbescamente le lezioni per intrufolarci nel regno del tennis inglese. Dopo ore di attesa, ricompensate dall’adesivo “I’ve queued at Wimbledon” gentilmente offerto dalle hostess, siamo riuscite ad assistere ad un suo match. Che dire? L’ace era il suo pane quotidiano, ne faceva a valanghe. Eppoi il suo sguardo…ragazzi, le occhiate che lanciava al pubblico non me le sono più scordate. Era lì, molleggiava sulle ginocchia passando nervosamente la racchetta da una mano all’altra, concentrato sull’avversario che aveva di fronte, quando all’improvviso alzava di scatto il volto verso il pubblico e ti fissava per qualche secondo con i suoi occhi indagatori, il tempo sufficiente per provocarti un rimescolamento alla bocca dello stomaco. Quando si ritirò Goran dichiarò "Ho goduto ogni giorno di questi 15 anni di tennis, ora sono felice, non dovrò più' allenarmi, prendere antidolorifici e ascoltare le vostre domande" " So che mi sveglierò e dimenticandomi di essermi ritirato prenderò le racchette per andarmi ad allenare, per evitarlo dovrò nascondere le racchette" "Mi mancheranno alcuni momenti, servire un Ace sul 15-40 e un altro sul 30-40, mi mancheranno i ragazzi che hanno giocato con me in questi 15 anni, la gente" Ciao Goran
Nei giorni scorsi mi sono ritrovata a ripensare a Goran Ivanisevich, uno dei più pazzi e sexy tennisti della storia. Ricordo che proprio nel giugno di qualche anno fa ero a Wimbledon con V. e abbiamo saltato furbescamente le lezioni per intrufolarci nel regno del tennis inglese. Dopo ore di attesa, ricompensate dall’adesivo “I’ve queued at Wimbledon” gentilmente offerto dalle hostess, siamo riuscite ad assistere ad un suo match. Che dire? L’ace era il suo pane quotidiano, ne faceva a valanghe. Eppoi il suo sguardo…ragazzi, le occhiate che lanciava al pubblico non me le sono più scordate. Era lì, molleggiava sulle ginocchia passando nervosamente la racchetta da una mano all’altra, concentrato sull’avversario che aveva di fronte, quando all’improvviso alzava di scatto il volto verso il pubblico e ti fissava per qualche secondo con i suoi occhi indagatori, il tempo sufficiente per provocarti un rimescolamento alla bocca dello stomaco. Quando si ritirò Goran dichiarò "Ho goduto ogni giorno di questi 15 anni di tennis, ora sono felice, non dovrò più' allenarmi, prendere antidolorifici e ascoltare le vostre domande" " So che mi sveglierò e dimenticandomi di essermi ritirato prenderò le racchette per andarmi ad allenare, per evitarlo dovrò nascondere le racchette" "Mi mancheranno alcuni momenti, servire un Ace sul 15-40 e un altro sul 30-40, mi mancheranno i ragazzi che hanno giocato con me in questi 15 anni, la gente" Ciao Goran
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